Zandvoort,
24
Giugno
2023
|
13:35
Europe/Amsterdam

PIRELLI, ECCO COME AFFRONTARE LA GARA DI ZANDVOORT

Banking e carichi le maggiori insidie del circuito

Particolare attenzione va anche prestata alle variazioni di grip del tracciato

Braga: “Per ottenere un bilanciamento tra picco e consistenza delle prestazioni, ottimizzando le fasi di warm-up, meglio non scendere mai sotto i limiti di pressione che consigliamo ai team”

Tutto è pronto a Zandvoort per le gare tre e quattro della stagione 2023 del DTM, di cui Pirelli è da quest’anno fornitore unico. La pista olandese è notoriamente tra le più impegnative in assoluto e forse la più insidiosa del Deutsche Tourenwagen Masters, ponendo sfide del tutto particolari sia alle vetture sia agli pneumatici, con questi ultimi impegnati sia in fase di trazione che in percorrenza curva.

Dal punto di vista delle gomme, le principali insidie del tracciato sono legate agli alti carichi verticali e laterali, dovuti alle curve ad alta velocità, e alla presenza del banking in curva 3 (Hugenholtzbocht) e in curva 14, con inclinazioni, rispettivamente, fino a 19 e 18 gradi.  In questi punti, la pendenza determina effetti opposti sul carico verticale e su quello laterale con conseguenze sugli pneumatici e sulle prestazioni complessive della vettura.

Da un lato, le forti pendenze alleggeriscono il carico laterale, per effetto della componente della forza peso parallela alla strada, con un aumento della velocità raggiungibile in curva. Dall’altro, la componente perpendicolare della stessa forza peso va ad incrementare fortemente il carico verticale sugli pneumatici, che aumenta di una percentuale non trascurabile rispetto a quelle che si riscontrano su una superficie stradale non inclinata, a parità di velocità e di carico aerodinamico. Tale fenomeno si traduce in un aumento dello stress sulla costruzione degli penumatici.

Altro punto di attenzione della pista di Zandvoort è dato dalla sua vicinanza al mare e alle dune che comportano l’eventuale presenza di sabbia e di alte concentrazioni di salsedine sull’asfalto. La conseguenza è che si hanno condizioni di grip variabili per affrontare le quali la scelta migliore è optare per un setup flessibile, in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti del fondo pista e di generare sempre la migliore aderenza possibile.

PIRELLI QUOTE
Matteo Braga, Pirelli Circuit Activities manager: “I nostri P Zero DHF sono altamente versatili, tali da assicurare prestazioni e affidabilità anche in condizioni così severe, che sono state confermate sia nelle prove libere di ieri e nelle qualifiche di queta mattina. Importante però è fare attenzione alle pressioni di esercizio sia alla partenza sia dopo il pit stop obbligatorio e attenersi a quelle da noi consigliate, caratteristiche di questo prodotto e valide per ogni evento del campionato.  Occorre non dimenticare mai, infatti, che la durata della fase di warm-up delle gomme può essere ottimizzato aumentando la quantità d’aria che c’è nello pneumatico; quindi, per ottenere il miglior bilanciamento tra prestazioni, degrado e tempi di riscaldamento delle coperture è bene non scendere mai sotto i limiti da noi indicati”.